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sabato 23 novembre 2013

Musica: nuovo album in uscita, Ligabue canta "l'indignazione"


La presentazione del nuovo album di Luciano Ligabue - titolo: "Mondo visione"; in uscita il prossimo 26 novembre per Zoo Aperto/Warner Music -, complici i testi dei 14 brani, e  una franca scorrazzata dell'artista nei temi caldi del momento, d'attualita', soprattutto.

 A partire dalle considerazioni a proposito del "Sale della Terra", canzone che mette in musica non solo la crisi economica, ma anche quella sociale e comportamentale. "E' sotto gli occhi di tutti, che chi doveva pagare per la crisi, non ha pagato neanche per la carestia prodotta - ha spiegato Ligabue -. Che in Italia poi il sistema giudiziario non vada - ha aggiunto -, anche questo e' sotto gli occhi di tutti.

Abbiamo avvocati che si sentono Dio perché possono arrivare a vittorie impensabili. Ricordiamo Andreotti per la famosa frase, che poi non e' sua, secondo la quale 'il potere logora chi non ce l'ha'. Secondo me il potere logora, punto. Logora anche chi ce l'ha perche' ha paura di perderlo e questo ricade sulle azioni". E' un'indignazione evidente quella inscenata dal 'cittadino-artista'; un'indignazione diversa da quella che nel 1994 porto' A che ora e' la fine del mondo : "sono arrivato al punto in cui sono arrivati tutti - ha ammesso -, non se ne puo' piu' e ho dato voce a questo sfinimento.



Ho sempre cercato di tenermi lontano dalla cronaca perche' credo invecchi le canzoni, ma ci sono momenti in cui non ce la fai.Questa e' un'indignazione molto piu' dolorosa. Con 'A che ora e' la fine del mondo' era ironica, dettata dall'incredulita' per quello che stava succedendo in quel momento.

 Ora e' drammatica". Ecco, allora, che ne 'Il muro del suono' si da' sfogo all'indignazione per una sorta di rumore di fondo "che ci imprigiona, ci ingabbia, non ci permette di ascoltare", mentre in 'Nati per vivere (adesso e qui)' c'e' il colpo di reni che rivendica, contro l'infruttuoso pessimismo di chi guarda solo alla transitorieta' della vita, il diritto-dovere di vivere pienamente il presente.

 Nell'album, il decimo di inediti di Ligabue, l'amore non entra certo dalla finestra: declinato come manifesto contro chi crede di potergli resistere salvandosi cosi' da guai ('Il volume delle tue bugie'); o come rassicurazione in note delle tradizionalita' fragilita' femminili, vittime del dominio del difetto fisico nonostante gli apprezzamenti provenienti dall'esterno.

 Non manca una celebrazione dei sogni, veri motori del progresso e dell'esistenza della specie ('Sono sempre i sogni a dare forma al mondo'), e del rock ('Con la scusa del rock'n'roll'). "Mi piace pensare - ha spiegato - che il rock mi abbia permesso di fare cose che altrimenti non avrei mai fatto nella vita, che sia stato un modo per parlare dei propri sentimenti.

 Se per rock, pero', si intende una chitarra metal, allora io non lo faccio. Ho cercato spesso di frenare la rabbia, sempre cercato che la tensione non si trasformasse in rabbia". Un'ultima riflessione, Ligabue l'ha dedicata al ruolo della musica: dicendosi "affaticato", ha spiegato che "si da' alle canzoni fin troppa responsabilita' ed e' un segnale preoccupante perche' vuol dire che c'e' un vuoto.

Credo sia un errore - ha concluso - che si cerchi nelle canzoni cose che la politica e la religione non danno". All'uscita del disco, seguira' il tour che riportera' Ligabue negli stadi, a partire dal 30 maggio a Roma.

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